E' da un po' che ne avevo voglia...Poi un pomeriggio, in un incontro fra amici a parlare di impasti, nel delizioso negozio di prodotti bio di Marianna e Chiara, decido di portarmene a casa una confezione.
La farina di GRANO ARSO.
Questo è un grano "tosto"
Qui ci sono alcune righe sulla sua storia per chi non lo conoscesse IL GRANO ARSO. da bruco a farfalla
Non posso usarlo banalmente per fare orecchiette o cavatelli. No, non me la sento. O la focaccia, che pur farò,ma non oggi.
Voglio dargli una veste insolita!
Ho preso il mio "esubero" di p.impa ( pasta madre ) rinfrescata la mattina, 150g circa e ho aggiunto un 100 g di farina 0, un mezzo cucchiaio scarso si grano arso, pizzichetto di sale e l' olio necessario a dare una vena croccante all'impasto. Per me un cucchiaio ( a occhio, ovviamente ).
Confesso, ho deciso di partire coi piedi di piombo. Non dimenticherò mai la prima volta che l'ho usato e trattato da farina normale...sembrava di aver dato una leccata al caminetto ( spento, eh )
La palletta lavorata si presenta con dei simpatici puntini di colre scuro. La lascio riposare pochissimo. Il tempo di dedicarmi a due cosette che nemmeno ricordo.Massimo una decina di minuti.
Stesa, ha questo aspetto particolare. Il grigio le da quasi un'aria sofferta. E io ho scelto foto in penombra per esaltarla. E' un grano che risorge dalle ceneri...
Questa volta,per il ripieno, ho voluto provare un colore uniforme, quasi per rispettare le tonalità,ma non il sapore, del grano. dal verde al biondo, passando da una spennellata di pesto ad un leggero strato di scamorza ( non affumicata, dai... sennò si finisce a chiamare i pompieri ) e sfoglie di zucchina cruda. acquosa,sale pepe e un ghirigoro di olio crudo evo.
Ci avete creduto ai colori ispirati dal grano?
Male. Mi andava di metterci le zucchine, non volevo i pomodorini o la salsa,ma il periodo di prima era tanto poetico da sembrare vero!!!
Io ho sbagliato la quantità del pesto. Ne va poco, il protagonista dev'essere il grano arso.
Il pesto è troppo invasivo come personalità se non viene contenuto... E' alla fine l'ha fatta un po' da protagonista, ma la prossima volta gli facciamo abbassare la cresta!
Ho deciso di usare una tecnica ti taglio vista in rete. Volevo qualcosa che allegoricamente ricordasse le spighe agitate dal vento.La prossima volta ne affianco due e metto i risvolti obliqui, proprio come i chicchi su una spiga. si si! Oggi l'ho lasciato così perchè doveva andare in trasferta e ho pensato più alla comodità e alle dimesioni del contenitore...
Poi, con le forbici da cucina si taglia il rotolo fino a due centimetri dal bordo, si pinzotta il lato che decideremo di mettere sotto per non far evadere il ripieno, e si ruota la pasta portando i colori del ripieno in bella vista.
L'ho lasciato lievitare tipo neanche 3 ore,nel forno spento coperto da un canovaccio, confidando nel carattere nerboruto della mia pasta madre,ma non volevo che lievitasse troppo.
Un po' di olio dal pesto è colato sulla carta forno. Ecco perchè bisogna cercare di chiudere la base dei chicchi :)
Prima di infornare, ho voluto esagerare e gli ho anche dato una spennellata di latte e tuorlo d'uovo.
Non si è cotto da solo. E' stato una 20ina di minuti in compagnia di un pan brioche obeso che stava sul ripiano più su, comunque ha preso calore abbastanza uniformemente.
I soliti 170°, un po' ventilato per 5 minuti e poi statico. Io personalmente inforno sempre col forno acceso prima di iniziare a spennellare. Non si è scaldato per più di due minuti.
Ecco il risultato. Sfizioso. leggermente croccante in superficie,ma soffice.
La faccia del ripieno ripresa col telefono e... No, non è sopravvissuto alla notte!!!
Giusto un petalino da far assaggiare.