Serata afosa di agosto? Scatta un pic nic in riva al mare. Selvaggio!!!
C'è la fazione estremista,della cozza cruda, aperta ( da me ) slimonata ( se mi fossi ricordata di portarlo ) e mangiata con un corredo di mugulii di goduria...
Poi c'è la fazione moderata, del vorrei, ma non posso ( visualizzateli con un rotolino di carta in mano, sono quelli che "non hanno gli enzimi del brutal barese" e pagano con sedute infinite...), del non voglio perché mi fa senso insomma a quelli, fra cui ci sono io, si fa una tegliuccia di cozze gratinate, ma non troppo...
Ci ricordiamo i fondamentali dell' apertura della cozza?
Ella si presenta così. Anzi, in genere in configurazione " a grappolo " e si mantiene con questo affascinantissimo cordone ombelicale filamentoso che va eliminato.
Lo dico sempre io: il cordone ombelicale va reciso. E subito! IN questo caso, va tolto con una delicata, ma decisa trazione verso l'esterno.
Finalmente libera, la cozza è pronta per essere sciacquata, massaggiata, sfregata, pulita all' esterno e aperta.
Prima di aprire le cozze ( che vanno tenute all'aria il meno possibile per preservarne la freschezza e il turgore ) preparo nel mortaietto un condimento di prezzemolo, olio, limone, pepe ridotti quasi in crema.
Dispongo amorevolmente le cozze su una placca da forno mentre mi inebrio col profumo di mare...
Ho tutto il ( poco ) necessario. Emulsione e pan grattato.
Pan gratto, ma non troppo, le cozze.
Stendo un velo di emulsione sul mantello delle cozze.
La prossima volta voglio mettere l'amulsione a crudo per godere visivamente del suo colore... Il sapore c'era e non copriva quello principale della cozza.
Pronti al trasporto!