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il dodici di dodici anni fa

Chi se la dimentica questa giornata...
Nuda, a digiuno, coperta solo dall'anonima camicia da sala.
Avevo freddo con 13° "per evitare ogni forma di batterio".
Non avevo paura per me...Piuttosto per i miei genitori, là fuori, soli, con gli amici di sempre, venuti apposta, 500 km in macchina per stare vicino...
Sorrido.
Faccio anche una battuta e da lì in poi vedo solo il soffitto, che scorre, mentre trascinano il mio letto per un tragitto interminabile...
L'infermiere chiede: " è questa la MASTECTOMIA?!?!"
io strillo: "NOOOOO. QUESTE me le lasciate dove sono ( tenendole ben strette ). Fammi una croce QUI, così nessuno si sbaglia! E indico il punto.
In fondo nemmeno mi rendevo conto, in fondo mi davano noia le piccole cose, come il misuratore della pressione al braccio. Porca miseria se stringe!
Ho freddo. Sono sicura di aver tremato per il freddo. Non ho paura. 
Mi basta non sentire dolore. Come và, và. 
Un'infermiera, un dottore, qualcuno con camice mi dice: "quando ti svegli, ti chiederò di darmi un numero da 1 a 10 per il dolore che senti. OK?"
OK.
Adesso conta all'indietro da 10...9...
La vista si annebbia.
BUIO.
OTTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Questo ricordo. Mi sveglio ed urlo! Un doloro indescrivibile, quotato otto solo perchè volevo pensare che ce ne potessero essere al mondo di peggiori. 
Oltre alla fortuna di essere UNO SU DUECENTOCINQUANTAMILA, pure il peggiore dei dolori!?!? 
Eh, no. OTTO e BASTA.
La telefonata alla mia migliore amica e la felicità nel sentire la sua voce, appena ci sono riuscita, per dirle "è andata! Sono felice di sentirti. Vuol dire che sono viva!"
Seguono i peggiori giorni della mia vita. 
Anche solo un colpo di tosse si trasforma in una pugnalata, aghi, tubi, qualsiasi cosa, ovunque...
Poca febbre,ma una sensazione di smania, sudavo nonostante l'aria condizionata.
Io che amavo dormire sulla pancia, inchiodata a faccia su, come una mummia!!!
E' stato in parte allora, ma del tutto quando ho deciso di affrontare lo specchio che ho capito quello che mi era successo.
Il solito stomaco foderato di pelo recita: "dovevamo pensare a tenerti in vita, il taglio doveva reggere".
Grazie, sai!!! Avevo 30 anni. Donna. Vallo a raccontare a tua sorella!!!
Ammetti che "ospedale universitario e tutti volevano vederlo, per bene, in faccia".
Tanto il corpo è il MIO.
Oggi sono felice che tutto questo si possa affrontare con tre minuscoli taglietti laparoscopici e che agli sciagurati dopo di me non resti un simpatico scarso tono muscolare addominale da taglio delle terminazioni nervose che ti fa sembrare perennemente incinta al 3° mese.
Ma sono ancora qua. 
Questo conta.
Tutto il resto oggi mi sembra piccolo.
Anche la mia cicatrice, in parte nascosta dalle tette che ho salvato col mio solito coraggio.
Comunque, cortesemente, cerca di non tornare a farmi visita.
Grazie.